Saturday, March 20, 2010

Formia - Giuseppe Napolitano: 40 anni di poesia

Martedí 23 marzo 2010, alle ore 17,30, nella “Libreria da Margherita” (Via Rubino 42), ci sarà un incontro col poeta Giuseppe Napolitano a 40 anni dalla sua prima pubblicazione “Momenti”, del 1970 e con l’ultima “Tetova 2009”. Interverranno Pasquale cominale, Michele de Gaetano, Stelvio Di Spigno e Amerigo Iannacone. Letture di Desirée Palumbo.

Giuseppe (Minturno 1949), poeta e saggista, vive a Formia. Laureato in Lettere a Roma con una tesi sul Teatro surrealista francese, ha insegnato per 33 anni nelle scuole superiori. Ha oltre 50 pubblicazioni al suo attivo. Alcuni titoli di libri di poesia: “Maschera” (1978), “Se rincorri un po’ di ieri nel domani” (1989), Haiku (1990), “E poi... / Et puis” (1991), “Creatura” (1993), “Poesia / non poesia” (1993), “Parola di parole” (1998), “Ritornello di apparenze / Refren de aparente” (1998), “Cuore di sabbia” (1998), “Partita” (1999), “Senza rimedio / Sin remedio” (2000), “Equilibrio variabile / Equilibrio variable” (2000), “Passi, pensieri di poesia” (2001), “Insieme a te io sono nato ancora” (2003), “Alla riva del tempo” (2005), “Vita scoperta nel dire / Vie à travers la parole” (2005), “Ditët e Naimit” (2009, Premio “Venafro”). È stato tradotto in spagnolo, francese, rumeno, tedesco, inglese, greco, esperanto.

Sulla sua produzione letteraria hanno scritto, tra gli altri: G. Bàrberi Squarotti «Il suo è un lirismo spesso acceso e vibrante, che però giunge a risultati migliori quando si fa più secco ed essenziale, intriso di sentenziosità, quasi epigrammatico, come accade nei testi più recenti.»; M. Carlino «Ecco, la poesia diventa in questo modo una sfida contro il tempo, una sfida che ci consente di restituire un senso, di ritrovare tutti gli elementi al posto giusto, tutte le nostre figure di riferimento al posto giusto, ma nella consapevolezza per l’appunto che questa sfida è incessante, che volta per volta noi dobbiamo rilanciare la sfida della parola, volta per volta metterci in ascolto di quella parola che ricostituisce unitario il puzzle frammentario e smembrato della nostra esistenza.»; R. Cerminara «L’idea di fondo comunicata da queste poesie è che solo la parola può riempire la scena vuota del mondo e le ipotetiche apparizioni dei fatti e delle cose spariscono fuori dal contesto se la parola non le sfiora e le vivifica ponendole al nostro orizzonte.»; S. Di Spigno «Ed è proprio l’idea del gioco, con tutte le sue implicazioni semantiche che fatalmente conducono al significato ultimo dell’esistenza, a dominare questa poesia, il suo volersi liberare dall’attrito dell’esistere con l’attrito della scrittura. E si scopre che la materia di questo cantare è il cantare stesso, e che all’ipotesi più o meno remota della poesia è collegata la propria capacità di esistere, di saper cogliere le sfumature del vivente, di sapere e volere ‘giocare’ con la vita anche quando i giochi siano già fatti e i patti ormai scoperti.»; G. Manacorda «N. riflette, soffre, ma la sua poesia non è mai lamento, poiché l’espressione è sempre netta, il verso non maschera il tema ma lo enuncia con un’emozione che è fredda e commossa insieme. Forse lo aiuta la familiarità con i classici di cui si trova in questi versi più d’una traccia.»; A. Spagnuolo «Con il definirsi di alcuni ritmi si accumulano intorno all’io protagonista le sequenze di minimi episodi, che tentano di determinare, con acume e sagacia, il contrasto fra i motivi privati e quelli pubblici, ove il linguaggio, attingendo con equilibrio sia al lessico burocratico sia al lessico economico, si spoglia di ogni riflesso sublime e tormenta il lettore per coinvolgerlo ideologicamente nelle nebbie dell’indicibile.».


È stato insignito nel 1990 dell’onorificenza del “Cimento d’oro”.

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